Alla base di queste (piccole?) scosse di assestamento, senza girarci troppo attorno, c’è il terremoto che negli ultimi anni ha imposto a un po’ tutte le aziende di ripensare il proprio modello di business.
Kickstarter, Gamefound e Ravensburger, per motivi diversi, si sono ritrovate a dover superare i propri limiti più o meno nello stesso momento, trovando però soluzioni molto diverse.
Kickstarter, con una leadership minacciata proprio da Gamefound e Ravensburger, scommette provando ad anticipare i tempi e con la stessa mossa prova anche ad accedere ad un mare di soldi che non ha, oggi, possibilità di spesa nel crowdfounding.
Ravensburger, impossibilitata a investire nelle sue attività ordinarie, cerca un’evoluzione che le consenta di ampliare il proprio raggio d’azione, accedere a know-how che non aveva e contemporaneamente le dia la possibilità di trovare e/o finanziare nuovi progetti.
Gamefound, invece, consolida la propria posizione come reale alternativa a Kickstarter in ambito giochi da tavolo. Inoltre al fianco di un partner come Ravensburger da un grande “boost” alla propria immagine e può puntare ancora più in alto.
Ci tengo a chiarire che la mia è, ovviamente, solo una interpretazione personale su quel che si legge; sarei curioso di conoscere la vostra!
Quel che è certo, in ogni caso, è che c’è grande dinamismo, in questo momento, nella scena del crowdfounding. Non vediamo l’ora di vedere come andrà a finire e di capire chi, alla fine, ci ha visto giusto.